Un processo attiguo rappresentabile, innestato su quello cognitivo.
Che tanto io qui potrei pescare a caso tra i dischi che non ho rotto e tirare fuori roba che parrebbe interessante pure a chi manco la capisce.
Ti posso tirare fuori la carnalità che manco ti sei sognata.
Madonna che condanna vivere in una società di persone stupide, fosse per me straremmo nell’internazionale comunista in cui ognuno dà per quello può e riceve per quello di cui ha bisogno.
La Storia dell’uomo è il racconto della persecuzione della soddisfazione dei suoi bisogni sociali.
La Storia è la storia dei bisogni.
Facci sto goal di capoccia, che lo puoi pure giocare con le pinne, che a me il calcio mi fa cagare e gli stadi li tratterei la domenica col Ziklon B per svegliarmi in un lunedì migliore.
Un processo.
Si muove, ma non è come il capitale o l’amore che per esistere deve crescere, l’arte, per essere, basta che fluisca, nel solco che ora vi descrivo.
Essendo il malcontento ben più diffuso della sua condanna teorica, l’arte deve ricucire il paradosso del creare distruggendo, deve essere finalizzata a una parola che piange un torrente di virgolette: superamento.
Il cazzo del cazzo di coglione del cazzo che si pensa un cazzo di artista deve perseguire il proprio superamento individuale tendendo, in equilibrio su un asintoto – come un cazzo di equilibrista del cazzo che cammina su una cazzo di corda tesa tra due cazzo di torri che col cazzo che ora esistono ancora – al superamento dello status quo.
(Mentre quelle cazzo di torri del cazzo crollavano, chi scrive, studiava la vagina della Vita e pensava agli occhi aperti di quel cazzo di pilota del cazzo davanti alla morte)
(Tu morirai con gli occhi aperti?)
(O chiusi?)
(Io non so)
Io non ce n’ho il cazzo di eiaculare come un coglione del cazzo.
Testo e illustrazione mia.
Riproduci pure, coglione del cazzo.
To be continued sweet.
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